Antifragilità

Antifragilità

Il 2020 stava per cominciare davvero alla grande.

Alle soglie del terzo anno di attività, Sagelio stava iniziando a diventare quello che con Luca avevamo da subito immaginato: qualcosa in più di un progettino per passare il tempo, un modo per esprimere le nostre competenze e i nostri valori in qualcosa che portasse davvero un impatto misurabile sul nostro territorio.

Giorgio saltellava da un meeting all’altro, Alessio ci portava finalmente regolarità e contenuti sull’infosfera digitale, Federico riusciva a rispondere alle richieste online, Luca ottimizzava sempre più i nostri processi e arricchiva il nostro portale di funzioni cosmiche con una brillantezza e una lucidità da Premio Turing, mentre io cercavo di tenere l’aziendina nel precario equilibrio economico delle start-up in forte crescita. Da oltre un anno, non c’era stato bisogno di nessuna altra iniezione di nostri soldi in Sagelio: nonostante la forte domanda, un modello di business discretamente intelligente ci permetteva di autofinanziare lo sviluppo.

E così, ci apprestavamo a iniziare il 2020 con un vero network di strutture partner, un mercato della mobilità a zero emissioni incredibilmente più sensibile rispetto a solo pochi mesi fa, la prima, bellissima partnership con un tour operator europeo per viaggi low-carbon, venti alberi piantati in un’area verde abbandonata del nostro Comune di nascita, una partnership clamorosa sul noleggio auto elettriche a rimuovere tutti i limiti di capacity, e la tanto agognata possibilità di stabilizzare i contratti del nostro team, sempre più vicina.

Poi è arrivato il virus, ed è finito tutto.

E’ stato bellissimo, grazie amici, grazie team, grazie PIN, grazie clienti, arrivederci. Si è fermato il turismo, non ci sono investimenti, siamo fottuti. Peccato.

Con la retorica giustamente allarmata di questi giorni, è facile finire in una spirale del genere. Le prospettive sono brutte – soprattutto per un Mezzogiorno che ha visto (probabilmente erroneamente, ma questo è un altro discorso) nel turismo l’unica via per uscire da una debolezza economica strutturale. Ti arriva questo cigno nero del Coronavirus, e la fragilità esplode: i nostri partner ci parlano di disdette, legittime paure, rischio di non poter pagare gli stipendi. Chissà quanto ci vorrà per riportare fiducia nel settore, soprattutto davanti a un’epidemia ancora sconosciuta.

Eppure non crediamo che cedere allo sconforto – almeno farlo così presto – possa portare a qualcosa di buono. Dopo averci pensato a lungo, abbiamo pensato che valeva la pena sfruttare l’agilità di Sagelio, la sua “precarietà strutturale”, per tendere una mano.

E’ arrivato il virus, e Sagelio attacca.

Operazione 1: Sconti.

Crediamo di aver fornito ai nostri partner, le strutture turistico-ricettive che ospitano una nostra stazione di ricarica per auto elettriche, un piccolo strumento per aprirsi a una clientela, anche locale, che reagirà più rapidamente al ritorno alla normalità. Li abbiamo contattati uno per uno, e abbiamo concordato con loro un pacchetto di scontistica eccezionale dedicata agli utenti in auto elettrica che dovessero sceglierli per un pasto, un weekend, un momento di svago e respiro, da oggi a fine maggio: la ricarica dell’auto è gratis (la offre Sagelio), e i servizi offerti dalla struttura sono scontati, solo per gli utenti a zero emissioni.

Per i nostri partner, può essere un modo per annunciare al territorio la loro adesione alla mobilità sostenibile e finire sul radar della esigente e sempre più consistente comunità di possessori o semplici guidatori di auto elettrica: non solo turisti, molti cittadini. Con una sensibilità particolare, che sicuramente guiderà le loro scelte di consumo anche dopo questi giorni di pause forzate: a loro chiediamo e chiederemo con insistenza di tornare alla normalità, non appena sarà possibile, supportando gli imprenditori della ricettività che hanno già deciso di investire sul futuro. Siamo certi che la risposta sarà eccellente.

Operazione 2: Congelamento canoni.

Il modello di business di Sagelio è stato mutuato da quello del software: non vendiamo stazioni di ricarica, le installiamo presso dei partner a fronte di un canone mensile (ridicolo), che include anche un notevole sforzo commerciale da parte nostra per fare sì che quella colonnina non sia solo un oggettino carino da far vedere in foto, ma una vera fonte di ulteriore business che porti clienti, attenzione, rilevanza, combinandola a numerosi servizi aggiuntivi quali noleggio di auto a zero emissioni e inserimento delle strutture in pacchetti turistici nazionali e internazionali. Abbiamo scelto il canone proprio per trasformare un investimento a tre-quattro zeri in un costo mensile coperto generalmente da un singolo pernotto, eliminando la paura di un investimento corposo in un mercato ancora in espansione e garantendo alle strutture tutto il supporto necessario a monetizzare questa scelta.

In questa esperienza di start-up abbiamo imparato quanto ogni euro possa essere fondamentale, e abbiamo deciso di non chiedere ai nostri partner i canoni mensili di marzo e aprile 2020. Sarà un po’ più dura per noi, un po’ meno dura per loro. Ci sembra giusto e doveroso, visto che siamo chiaramente interdipendenti. E dunque, niente canoni e qualche euro in tasca in più ai nostri partner per passare ‘a nuttata.

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Operazione 3: June is the new January.

Covid ci ha beccato nello sprint finale del nostro processo di vendita: marzo e aprile sono gli ultimi mesi in cui il mondo dell’ospitalità dà la “botta finale” al proprio piano offerta, decide gli ultimi investimenti, ritocca le strategie. Forti della rapidità del nostro processo (le stazioni sono installate e operative in un paio di settimane), questo è il periodo di chiusura di molti deal, roba da tenere sveglio Giorgio di notte. Per installare la stazione di ricarica in serenità, generalmente chiediamo l’anticipo di due canoni.

Riteniamo che questo momento di stasi possa essere quello giusto per consentire al settore del turismo di presentarsi ai nuovi blocchi di partenza con una marcia in più, e recuperare il più speditamente possibile il terreno perso: sappiamo – i dati del 2019 l’hanno dimostrato abbondantemente e il mercato cresce in maniera esponenziale – che dotarsi di un punto di ricarica per veicoli elettrici è un fattore di accelerazione nello sviluppo di una struttura ricettiva; sappiamo anche che qualsiasi investimento, nei giorni dell’epidemia, è una chimera.

E quindi ok, al diavolo l’investimento: per marzo e aprile, pieno supporto agli operatori che decidano di installare una nostra stazione di ricarica. In via eccezionale, ci limiteremo a chiedere l’anticipo di un solo canone anziché due, e i canoni inizieranno a decorrere da giugno. Anche se dovessero installare domani.

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Antifragilità.

Sono misure che metteranno a dura prova il nostro già precario cash flow. Ma queste scommesse si vincono insieme, e Sagelio vuole fare la sua parte, per ripartire insieme, più veloci di prima.

Da quando abbiamo fondato la società, sin dalla scelta del nome (ormai lo sa anche il TGR, è “oil & gas” letto al contrario) e soprattutto della forma societaria di società benefit, abbiamo scelto di portare avanti Sagelio nel modo che a noi appare l’unico possibile per fare impresa nel 2020.

Le strutture che hanno creduto in noi in questi primi anni di attività hanno fatto una scommessa, a volte credendoci persino più di noi; è grazie a loro che siamo in piedi, e oggi tocca a noi – e a tutti quelli che apprezzano chi ha investito nella mobilità a zero emissioni e nella sostenibilità – tendere la nostra mano.

Lo scrittore Nassim Nicholas Taleb ha scritto un libro bomba nel 2013 in cui definisce il concetto di antifragilità e ripete la teoria del cigno nero, ovvero l’impossibilità di prevedere eventi rari e calcolarne il rischio.

Davanti a un cigno nero, ciò che è fragile si rompe.

Ciò che è robusto (da molti considerato il contrario di “fragile”), non si rompe. Ma potrebbe spezzarsi.

L’antifragile prospera, come un’idra a cui ricrescono due teste quando ne viene tagliata una.

adattato da n. n. taleb, “antifragile”, 2013

Alla carica.



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