Stazioni di ricarica per auto elettriche: cosa conta davvero, oltre la potenza

Stazioni di ricarica
Stazioni di ricarica per auto elettriche: cosa conta davvero, oltre la potenza

Quando si parla di stazioni – o colonnine di ricarica per auto elettriche – è facile fermarsi al numero dei kW. In realtà la scelta giusta nasce dall’incastro tra impianto, dispositivi, regole di utilizzo e assistenza: è questo che determina quanto spesso la ricarica funziona al primo tentativo, quanto costa mantenerla nel tempo e quanto è semplice per le persone usarla davvero.

In questa guida pratica mettiamo ordine con parole semplici: come leggere la differenza tra AC e DC, perché gli standard aperti contano, cosa chiede la normativa e in che modo una gestione intelligente migliora sia i costi sia l’esperienza d’uso. È l’approccio che adottiamo nei progetti: hardware interoperabile integrato a una gestione operativa continua, così da garantire un servizio affidabile oggi e scalabile domani.

Ricarica AC o DC: quando scegliere l’una o l’altra

Primo piano di una presa di ricarica per auto elettrica con connettore Type 2 inserito in una colonnina blu, circondata da anello luminoso giallo.

Chiariamo subito un concetto: le batterie dei veicoli si ricaricano sempre in corrente continua (DC). Quando si usa una presa in corrente alternata (AC), l’energia passa prima nel caricatore di bordo (OBC) dell’auto, che la trasforma da AC a DC prima di inviarla alla batteria. La velocità di ricarica in AC è quindi limitata dal valore più basso tra: (a) la potenza massima dell’OBC del veicolo e (b) la potenza disponibile dalla stazione e dall’impianto elettrico.

Per questo, nell’uso quotidiano, l’AC copre la maggior parte dei bisogni: molti veicoli hanno OBC a 7,4 kW (monofase) o 11 kW (trifase). Il profilo 22 kW in AC è utile solo se sia l’impianto sia l’OBC dell’auto lo supportano; in caso contrario non si otterrà un vantaggio reale.

La ricarica in DC invece bypassa l’OBC e alimenta direttamente la batteria: consente potenze molto più alte e soste brevi, ma richiede infrastrutture più costose (impianto, raffreddamento, potenza contrattuale) e una gestione più attenta. Nei parcheggi aziendali e nelle flotte, una rete AC ben gestita copre spesso la maggior parte dei casi, mentre la DC si aggiunge dove servono rotazioni veloci o tempi garantiti.

Connettori e standard (Type 2, OCPP, OCPI): come si costruisce l’interoperabilità

La presa Type 2 è la parte visibile: garantisce il collegamento fisico tra auto e colonnina. Per la ricarica rapida in DC lo standard più diffuso in Europa è il CCS Combo 2, integrato sulla maggior parte dei veicoli recenti. Perché l’esperienza sia davvero semplice – per chi ricarica e per chi gestisce – serve però che i sistemi si parlino bene tra loro e possano evolvere nel tempo.

Immagina un parcheggio aziendale. La colonnina dialoga con la sua regia digitale (la piattaforma che la gestisce), che vede le sessioni, aggiorna il software, abilita gli utenti e applica le tariffe. Questo dialogo usa lo standard OCPP, un linguaggio aperto che ti permette di cambiare piattaforma senza cambiare hardware: è il motivo per cui molte installazioni restano “future‑proof” per anni.

Ora cambia scena: un hotel che vuole farsi trovare anche dai viaggiatori di passaggio. Qui entra OCPI, il linguaggio con cui i gestori si scambiano informazioni con app e altre piattaforme. Grazie a OCPI i punti compaiono sulle mappe, mostrano disponibilità e prezzi e permettono di attivare e pagare con l’app già utilizzata dall’utente.

In breve: Type 2 collega fisicamente, OCPP fa funzionare e governare il servizio, OCPI lo rende visibile quando decidi di aprirlo al pubblico. È una catena continua, non alternativa.

Norme e misurazione: CEI 64‑8, MID e AFIR in parole semplici

Negli ambienti condivisi e nel pubblico non basta “misurare”: se si fattura in base all’energia erogata, servono contatori conformi alla normativa metrologica (MID), in modo che le misure siano tutelanti per chi paga e per chi incassa. Sul fronte impiantistico in Italia fa da riferimento la CEI 64-8, Sezione 722, che prevede circuiti dedicati, protezioni e criteri di posa specifici per la ricarica. A livello europeo, il regolamento AFIR (Regolamento (UE) 2023/1804, in vigore dal 13 aprile 2024) ha chiarito principi come la trasparenza dei prezzi e l’accesso ad hoc ai pagamenti sulle infrastrutture pubblicamente accessibili, oltre a indicazioni su affidabilità e tasso di disponibilità (uptime). Tradotto: progettare bene oggi significa essere pronti a regole che spingono verso chiarezza, apertura e continuità del servizio.

Gestione intelligente delle colonnine: perché incide su costi ed esperienza

Arrivati sin qui, dovrebbe essere chiaro che una stazione non si gestisce da sola. In siti con più punti di ricarica la variabile critica non è solo la potenza contrattuale, ma come la si distribuisce ai veicoli e agli altri carichi del sito. Il bilanciamento dinamico dei carichi assegna in tempo reale la potenza dove serve, evitando picchi e sovraccarichi; quando una vettura rallenta o termina la ricarica, la potenza viene redistribuita agli altri veicoli. Questo approccio, combinato con regole intelligenti (orari, priorità, fasce tariffarie), permette spesso di installare più prese a parità di energia disponibile.

Per far funzionare e governare un impianto serve una regia digitale: un unico pannello che permette di vedere cosa succede in tempo reale, aggiornare il software a distanza, decidere chi può ricaricare e con quali tariffe, incassare i pagamenti e scaricare report chiari su sessioni e consumi. Se questa regia usa standard aperti, l’hardware e il software restano separati: puoi cambiare piattaforma senza cambiare le colonnine. E, quando vuoi aprire il servizio a chi arriva dall’esterno, la regia può condividere posizione, disponibilità e prezzi con le principali app e reti di ricarica, così i punti diventano visibili e utilizzabili anche da chi non è già registrato.

Sul fronte energetico, la gestione intelligente si lega al profilo di consumo del sito: integra fotovoltaico e accumuli quando presenti, attua taglio dei picchi di potenza (peak shaving) e sposta parte dei carichi nelle ore a minor costo. Nei contesti aziendali e hospitality questo si traduce in costi più prevedibili e in una maggiore resa per stallo a parità di potenza disponibile.

Una buona gestione non si limita a “vedere” le colonnine: anticipa i problemi. Allarmi in tempo reale, diagnostica remota e cicli di manutenzione predittiva permettono di intervenire prima che un’anomalia diventi fermo impianto, con riflessi positivi su uptime e soddisfazione degli utenti.

Dall’hardware alla gestione: come si incastrano i ruoli

Colonnina di ricarica Daze Duo da parete, con doppio cavo e display frontale, vista frontale su sfondo neutro.

Quando il progetto lo richiede, affianchiamo alla gestione operativa hardware interoperabile, selezionato tra produttori affidabili del settore — come Daze, con cui collaboriamo in contesti che richiedono requisiti stringenti di compatibilità, bilanciamento della potenza e integrazione con le principali app. L’obiettivo è costruire impianti efficienti e pronti al roaming quando si decide di aprire al pubblico.

Sagelio cura la parte di gestione: progetto e messa in servizio dell’impianto, monitoraggio continuativo, assistenza, pagamenti e adempimenti amministrativi; inoltre può pubblicare le stazioni su reti e app di ricarica secondo gli standard in uso.

In questo assetto, il produttore assicura compatibilità e aggiornabilità dell’hardware; il gestore tiene insieme energia, regole e trasparenza economica.

Come scegliere: uno schema semplice

Infografica a flowchart: tre colonne — Parco veicoli, Contemporaneità d’uso, Modello di accesso — convergono con frecce verso la casella Scelta impianto e gestione

La scelta nasce da tre variabili che vanno considerate insieme. Il parco veicoli: se la maggior parte delle auto ha un caricatore di bordo a 11 kW, spingere ogni punto a 22 kW non cambia davvero i tempi; conta di più la qualità della gestione e il numero di prese disponibili. La contemporaneità d’uso: quanti veicoli ricaricano nello stesso momento? Con un buon bilanciamento dinamico si possono attivare più punti senza aumentare subito la potenza contrattuale, mantenendo la continuità dell’impianto. Il modello di accesso: solo personale interno, utenti registrati o anche pubblico esterno? Da questa scelta discendono metodi di pagamento, misurazione (MID se si fattura l’energia) e, quando serve, visibilità sulle app di ricarica. Pianificare su queste tre linee guida evita sovradimensionamenti e rende l’impianto realmente usabile.

Affidabilità: cosa significa nella vita reale

L’affidabilità non è solo “accendersi”. Un impianto affidabile mantiene la disponibilità operativa nel tempo, riduce i guasti prevedibili e consente di intervenire a distanza prima che un problema diventi fermo impianto. È la combinazione di progetto elettrico corretto, dispositivi idonei al contesto, software stabile e gestione attiva. Un esempio tipico: in un parcheggio aziendale con tre prese attive nel tardo pomeriggio, il sistema può temporaneamente limitare ogni punto a una corrente che evita lo scatto del contatore, per poi riallocare potenza quando una vettura termina. È un equilibrio dinamico fra comfort degli utenti e limiti dell’infrastruttura che si traduce in più ricariche completate a parità di kW disponibili.

Conclusioni

Progettare una ricarica “che funziona” significa allineare impianto, dispositivi e gestione. In questo quadro, soluzioni di fascia medio‑alta — anche della gamma Daze, quando coerenti con gli obiettivi del sito — rispondono bene alle esigenze di contesti domestici evoluti e soprattutto aziendali/multi‑utente, purché inserite in una gestione interoperabile, misurata e monitorata. È l’approccio che adottiamo nei progetti Sagelio: partire dai casi d’uso, scegliere l’hardware più adatto e costruire intorno regole, pagamenti e assistenza che mantengano nel tempo il valore dell’investimento.

Se stai valutando un nuovo sito di ricarica o vuoi mettere ordine a quello esistente, raccontaci il contesto (potenza disponibile, numero di stalli, tipologia di utenti, obiettivi). Ti restituiamo una proposta tecnica con scenari di gestione e costi operativi trasparenti.

FAQ ricarica auto elettrica

Wallbox domestica e colonnina aperta al pubblico sono la stessa cosa? No. Un’installazione “aperta” richiede regole di accesso, pagamenti ad hoc e, se si tariffa l’energia, misurazione conforme MID. Inoltre conviene renderla visibile sulle app per farsi trovare.

Quanto spazio serve e dove conviene installare? Serve un punto dedicato con protezioni adeguate e segnaletica chiara. In autorimessa o all’aperto cambia il grado di protezione richiesto; scegliere tra presa e cavo fisso dipende da chi userà la stazione e con quale frequenza.

Posso usare l’energia del fotovoltaico? Sì. Con una gestione che dialoga con l’impianto è possibile dare priorità all’energia prodotta in sito e modulare la potenza nelle ore più convenienti.

Quali sono i minimi obblighi normativi? In Italia il riferimento impiantistico è CEI 64‑8, Sez. 722. Per la fatturazione al kWh serve un contatore MID. Se l’infrastruttura è pubblicamente accessibile si applicano i principi europei su trasparenza dei prezzi e pagamenti ad hoc.

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