Spinta dalla grinta di una ragazzina sedicenne, oggi l’umanità sciopera contro se stessa, per se stessa e il proprio futuro. Quale futuro?
Che senso ha andare a scuola e prepararsi per un futuro, quando questo futuro appare incerto o addirittura apocalittico?
In sintesi è questo il messaggio dietro agli “scioperi per il clima” che, da settimane, vengono organizzati nel globo e portano nelle piazze reali e virtuali centinaia di migliaia di giovani, un po’ preoccupati e un po’ arrabbiati per quello che i prossimi decenni avranno in serbo per loro.
Rancorosi verso la miopia delle classi dirigenti del presente e del passato, che non hanno avuto il coraggio di porre alle proprie comunità delle domande che avrebbero richiesto risposte con risvolti potenzialmente impopolari nel breve termine.
Preoccupati per un surriscaldamento del pianeta che rallenta con troppa calma, per i moniti scientifici spesso ignorati e per la mancanza di punti di riferimento positivi che guardino alle sfide del mondo con prospettive più lungimiranti delle prossime trimestrali o delle imminenti elezioni.
Speranzosi, però, e consapevoli che nel 2019 non serve essere milionari per influenzare milioni; che non serve avere sessant’anni per essere riconosciuti leader di un movimento (Greta, iniziatrice dei Fridays for Future, è una donna svedese di sedici anni); e forse che più un leader, quello che serve è una missione.
La missione scelta dai giovani – e ci auguriamo non solo da loro – è quella di pensare da oggi al futuro dei propri nipoti, evolvendo i propri stili di vita e prendendo decisioni anche apparentemente dolorose, se necessarie a ristabilire gli equilibri sociali, ecologici ed etici delle loro comunità. Il 15 marzo 2019 segna la data del coming out di una generazione, di una dichiarazione di intenti che sarà difficile ignorare, ad ogni livello decisionale.
15 marzo 2019: non poteva dunque esserci giorno migliore per aprire ufficialmente Sagelio alla comunità, fare il nostro coming out e dichiarare la nostra missione: favorire lo sviluppo della mobilità sostenibile, e farlo soprattutto dove è più difficile, dove i “big” non vogliono ancora andare ma dove la necessità di un cambio di paradigma è urgente, culturale ed economica allo stesso tempo.
Esistiamo da meno di due anni: in questi mesi di progetti pilota e lavoro nel sottobosco abbiamo scoperto che la nostra idea – a cui speriamo vi appassioniate quanto noi – funziona, e che si è davvero rivelata in grado di attivare nuovi paradigmi e iniziare a fare il solletico a quelli vecchi più di un secolo.
Questo blog, insieme ai nostri canali Facebook e Instagram, servirà ad accogliere opinioni, diffondere notizie sul nostro mondo e su quelli ad esso affini, raccontare il nostro progetto, le nostre sfide e i nostri successi, insieme a quelli di una comunità sempre crescente che ci proponiamo di nutrire, supportare e stimolare e a cui chiediamo intransigenza etica, apertura mentale e voglia di aiutarci a fare del nostro meglio.
Benvenuti!